IO NON RINUNCIO…DENUNCIO

Finchè accetteremo tutto a testa bassa le cose non cambieranno, finchè gli stronzi continueranno a privarci dei nostri diritti le cose non cambieranno. E se non ci muoviamo e non facciamo qualcosa non abbiamo neanche il DIRITTO A LAMENTARCI. !!!!!

La disoccupazione ingegna

give up

Sapete cos’è un diritto? Io No, me lo sono fatto spiegare dal dizionario:

Un diritto è: 3Ciò che ogni cittadino può giustamente rivendicare di fronte alla comunità (dizionario Corriere)

Sono INCAZZATA NERA non con il mondo, ma con i datori di lavoro che ti chiedono di RINUNCIARE PER LAVORARE. Rinunciare a cosa? Ai tuoi diritti.

CI sono datori di lavoro che per risparmiare assumono disoccupati pluriennali, in modo che i contributi vengano versati da papà Stato, e per avere un ulteriore risparmio ti chiedono di rinunciare ai tuoi soldi meritati. Un semplice foglietto, in cui il lavoratore RINUNCIA A: 13esima, 14esima, ferie pagate, TFR e possibilmente assicura di stare bene 365 giorni l’anno per non dovere andare in malattia, RINUNCIA ad avere figli perchè sostituire una maternità ha un costo e l’azienza non può permetterselo. E papà Stato che prima sancisce i tuoi diritti, te li fa…

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FERRAGOSTO IN CITTA’

Marisa Moles's Weblog

Vignetta-Ferragosto-Ferragosto in città, e dov’è la novità?

Una volta le città si svuotavano veramente non solo a Ferragosto ma per tutto il mese. Trovare un negozio aperto era un’impresa. Per la spesa non si poteva fare affidamento sui grandi supermercati di oggi. C’erano i piccoli negozi di alimentari a gestione familiare che, però, in agosto tenevano le saracinesche abbassate per tutto il mese. Il titolare ti portava la spesa a casa con il sorriso, senza chiederti nulla in cambio. Si chiamava “cortesia”. Ormai è una parola che forse qualcuno associa ai romanzi cavallereschi o alla poesia in lingua d’Oc, se è istruito, o al massimo all’auto che qualche officina meccanica ti impresta per il tempo che ci vuole a ripararti la macchina.

Un tempo le ferie erano sacre e nessuno ci rinunciava. Magari si risparmiava tutto l’anno ma quelle due settimane (a volte anche un mese…

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Ferragosto in città

Versi scherzosi ( ma mica tanto) piaciutissima! Grande Diemme!

Diemme - La strada è lunga, ma la sto percorrendo

Buon ferragosto

Vi riporto qui due versi scherzosi che mi ha ispirato il post di Marisa sul Ferragosto:

Ferragosto quaggiù in città,
la gente ormai non se ne va,
Le strade sempre senza parcheggi,
i cittadini non mollan gli ormeggi.

E’ vero, i negozi son tutti chiusi,
ma non per ferie, sono delusi:
mancan gli incassi però in compenso
le tasse si pagan, a tutto censo!

Così i negozianti cambian mestiere,
disoccupati, altro che ferie!
dilagan le grandi distribuzioni,
e da padroni diventan garzoni.

Svegliati Italia, che siamo schiavi.
sì, liberato ci avevano gli avi,
ma dissennati gestimmo l’evento
e ora di nuovo siamo allo stento.

Di 15 agosto noi stiamo in città
ma la speranza non se ne va:
riempiamo i panini con della frittata
e andiamoci a fare una scampagnata!

(Diemme, 14 agosto 2014)

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Stamattina niente Mozart

BUON giorno  Amici! Oggi vi porto un pensiero da un  Amico, …  Io ho trovato eccelente!

Voi ricchi vi siete ingrassati
per il giorno della strage.
di probabilmente terrestre, laureato in filosofia, scrittore]

Stamattina niente Mozart

Stamattina volevo ascoltare Mozart
ma ho scelto Bryan Adams: sì, lui,
anche se il suo è un rock
poco originale ma piacevole, dopotutto.
 
Non frequento circoli o cenacoli letterari
ma penso di stare sulle scatole
sia ai poeti che agli operai:
per i primi sono troppo istintivo e grezzo;
del resto,
passo per rammollito ad occhi muscolosi.
 
Apro a caso un libro di Lord Byron
e scopro che a modo suo,
anche lui lottava con le masse:
dunque per me c’è ancora speranza!
 
Ma comunque, come mi sento?
Dominato dall’accidia
o più semplicemente,
strangolato da una malinconia che mi tormenta
sempre e comunque,
mi sento dominato da un gusto acido, amaro, insopportabile
che non mi molla mai…
anche se in fondo sono un sempliciotto
che si esalta con quattro e vecchi accordi elettrici,
un bicchiere di vino con gli amici
e qualche battuta
(purtroppo non sconcia, abbiate pazienza).
 
Ma poi l’accidia, l’angoscia, la malinconia, i blues
(chiamatela come volete)
ritorna… torna sempre, la maledetta, la schifosa, la porca!
Certo, anche il non lavorare
o il lavorare a singhiozzo,
fa singhiozzare.
 
Mi “fisso” (così mi dicono)
con qualche acciacco
ma in confronto a chi sta male davvero,
dovrei solo vergognarmi.
Il mio poco e scadente lavoro, poi,
non mi ficca nei bidoni della spazzatura.
 
Dovrei accontentarmi?!
Accontentarsi è il dolce veleno
inventato da ricchi, potenti e prepotenti d’ogni tempo
per fregarci meglio e per sempre.
 
Apro la Bibbia quasi a caso
e leggo in S. Giacomo:
Voi ricchi vi siete ingrassati
per il giorno della strage.
Ecco, finalmente, un pensiero dolce e divino!
Giacomo, sto già lucidando armonica & alabarda…

Storia di una ladra di libri

Bella recensione, invoglia a leggerlo, …

viaggioperviandantipazienti

ladraUn buon libro per l’estate.
Un fantastico compagno per un lungo viaggio.
Se posso dirlo.. di morte si parla, ma in un modo splendido.
Sembrerebbe follia, puro sadismo. Credetemi non è così.
Qui la morte fa da protagonista, anzi, da narratrice.
In un sipario che lascia  attorno solamente miseria e povertà, le uniche anime che non ne escono logorate sono loro. I libri.
Compagni fedeli. Amici che non tradiscono mai.
Presenti in ogni momento. Anche quando dilaga la guerra.
La giovane lettrice è quella che ci ricorda come il coraggio aiuta a vivere.
Anche quando non siamo forti.
Le difficoltà crescono con gli anni, ma un abbraccio può salvare la vita.
E l’amore ne salva tante.
Ci si addentra in un passato che si vuole dimenticare, ma che rimane saldo e immemore nelle nostre menti.
E la favola meravigliosa può avere inizio.
Anche se intorno c’è solo il pianto.
Anche se gli…

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Tempi sordi

Oggi voglio godermela tutta, curandomi nel silenzio.

Cronachepedagogiche

tempi sordidi Irene Auletta

Sempre più spesso mi trovo circondata da domande sospese che mi interrogano rispetto alla difficoltà crescente di accorgersi che nella comunicazione esiste anche qualcun’altro. Commenti inappropriati, dichiarazioni cieche, totali disattenzioni all’interlocutore in una crescente concentrazione verso il proprio discorso.

Ciascuno di noi viene toccato, e a volte ferito, dalla disattenzione altrui e può essere che, dentro lo stesso meccanismo comunicativo, faccia anche lui la medesima cosa senza alcuna consapevolezza e in totale buona fede.

Ma cosa possiamo fare per allertare i sensi e l’attenzione? Come possiamo aiutarci dandoci segnali di allarme che orientino noi stessi e gli altri verso comunicazioni più attente e rispettose? Cosa ci succede nei nostri incontri quotidiani? Parliamo tanto di ascolto e altrettanto se ne scrive ma poi l’impressione è di essere travolti da un’ondata di individualismo sfrenato che forse non risparmia nessuno e che conferma quasi ogni giorno l’urgenza di intraprendere strade differenti.

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L’umanità deve tornare a guardarsi negli occhi, deve tornare a sorridere e ad abbracciarsi di cuore.

Marco Monteverdi

L’umanità ha bisogno di ritrovare la calma, la capacità di andare piano, di assaporare ogni istante lentamente, intensamente, fino all’orlo dell’ essenza più profonda.

L’umanità deve tornare a sentire il suono, non il rumore; la quiete, non il trambusto; la musica, non il frastuono.

Perché correre allora…e per andare dove? La fretta, non sa dove andare, è precipitosa e superficiale.

L’umanità deve tornare a camminare piano, deve imparare a passeggiare, ad ascoltare la melodia dei suoni, l’essenza dei profumi, il respiro dei colori, il miracolo dei cuori.

L’umanità deve tornare a guardarsi negli occhi, deve tornare a sorridere e ad abbracciarsi di cuore.

L’umanità deve tornare.

L’umanità, deve tornare ad amare.

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Presto denunciati gli utenti che diffondono attraverso internet materiale lesivo alle cariche dello Stato

Cosa si rischia? Il reato, punito dall’art. 595 c.p. con pene, nella forma aggravata, fino a 3 anni di reclusione (con annesso diritto al risarcimento nei confronti della parte lesa), prevede l’inserimento di frasi offensive (battute “pesanti”), notizie riservate la cui divulgazione provoca pregiudizi, foto denigratorie o comunque la cui pubblicazione ha ripercussioni negative, anche potenziali, sulla reputazione della persona ritratta.